23 marzo 2008

Buona Pasqua


Cari Amici

Sono le 4 del mattino, da poco i tamburi dell’ Houngan (prete voodo) vicino hanno smesso di rullare per dar spazio al silenzio della notte che pero non dura molto perche i galli mattutini, come araldi di altri tempi, hanno gia cominciato ad annunciare la nascita di un nuovo giorno.
E' il momento in cui tutto si trasforma: il buio diventa luce, il sordo eco del silenzio lascia spazio a mille rumori e suoni e l’apparente ‘morte’ della notte diventa ‘vita’ nel giorno che nasce, giorno che come un granellino di sabbia si aggiunge all’eternita di giorni passati e a venire, tuffandosi in quel fiume di nascite e morti, gioie e dolori, sorrisi e pianti che e l’esistenza.
Pochi hanno risposte chiare in questo fiume, i più le trovano nella fede, in molti ci giocano come bambini spensierati e in tanti si perdono ma non c’e scampo al fiume.
Anche oggi Annette passerà davanti alla finestra di casa con il suo cesto di mango da vendere al mercato e, come lei, migliaia di altre persone si sveglieranno con il solito pensiero mattutino “dove trovare il necessario per dare da mangiare ai miei figli?
Inizia la giornata con quel ‘tarlo’ di questione che le rode dentro fino al momento in cui riesce a guadagnare abbastanza per essere sicura che oggi si mangerà almeno al suo ritorno. Dei suoi 5 figli, due vengono alla nostra scuola e la piu grande rimane a casa a badare agli altri due più piccoli. I 5 figli li ha avuti con 3 compagni differenti e ogni volta sperava che fosse quello giusto ma come al solito, la lascio con un ‘peso’ in piu. Il figlio che forse non conoscerà mai suo padre.
Annette e i suoi figli vivono nella classica baracca di fortuna di 4-5 mq in affitto costruita con mattoni grezzi e coperta con fogli di lamiera arrugginita. La figlia maggiore è la prima ad alzarsi al mattino. Verso le 6 va alla pompa pubblica con un secchio per procurarsi l’acqua, per fortuna la pompa non e lontana e in mezzora riesce a fare 3-4 viaggi. La mamma, nel frattempo, prepara la cesta con minuziosa cura perche quei 30-40 manghi che ha da vendere rappresentano la speranza della giornata. Poi prepara i due figli per venire a scuola e gli altri due li lascia sul letto dove in quattro, hanno passato la notte. Per ‘colazione’ si arrabattano con qualche resto del giorno prima oppure con caffe e pane quando possibile e poi Annette esce.
I 6-7 Km per andare in città se li fa a piedi e una volta arrivata, decide cosa fare, se sedere in un’angolo del mercato all’aperto o andare in giro con la cesta sulla testa. Nel primo caso le aspetta un giorno immersa in una vera e propria Babele di rumori, odori, macchine che passano, un formichio di umanità e animali. Cumuli di spazzatura le fanno da contorno dove siede.
Nel secondo caso non c’e molta differenza, solo che dice che vende piu velocemente ma deve camminare tanto sotto il sole cocente. Comunque sia, il suo obiettivo è quello di guadagnare fra i 10 e i 20 dollari Haitiani (1-2 euro) cifra che le da la sicurezza di mangiare qualcosa con i figli al suo ritorno a casa verso sera e di avanzare anche dei soldi che, accumulati, le permetteranno di comprare altri mango piu avanti per rivendere.
Quando Annette torna a casa i figli le girano intorno come cucciolotti contenti, poco importa se ha guadagnato o meno, l’importante è che sia tornata sana e salva. Tutti insieme preparano qualcosa da mangiare: chi pela le banane, chi va a comprare le aringhe, chi si occupa della salsina con cipolle e concentrato di pomodoro e poi il tutto nella pentola su una specie di grata a carbonella. Nel frattempo c’e l’acqua da andare a prendere per la sera, qualche vestitino da lavare e gli immancabili giochi dei bambini.
Appena il cibo e cotto viene separato ma non si mangia insieme, c’e chi mangia subito e chi lo tiene da parte per più tardi. Un pò di cibo viene sempre lasciato nella pentola per qualcuno del vicinato che non ha avuto la stessa fortuna e se rimane prima di andare a dormire, si tiene per la colazione del mattino dopo. Il buio scende presto, l’elettricità manca spesso e allora si rimedia con candele o lampade a kerosene, non c’e molto da fare la sera a parte rimanere a chiaccherare un poco con gli altri vicini ma verso le 8 sono tutti pronti per andare a dormire. Mamma e figli piu piccoli dormono insieme sul letto e la figlia maggiore si sistema per terra su qualche vecchio cartone. Cala la notte, un giorno che se ne va e uno a venire che non sarà molto differente. Come definire un giorno del genere? Forse qui ci sono abituati e non si fanno troppi dilemmi. La questione non e quella di: cosa fare da grande.....come realizzare i miei sogni....che vestiti mettersi o che musica ascoltare.....dove andare in vacanza e cose del genere. La questione e: come sopravvivere oggi, ed e con questa sola questione che ci si alza al mattino. In un certo senso Annette e migliaia di persone come lei, condividono la croce di Gesù giorno dopo giorno. Inchiodata alla sua condizione di miseria, esposta perchè tutti la possano vedere senza che nessuno faccia qualcosa, ferita nel corso della vita da armi piu sottili e affilate di una lancia, derisa, messa a tacere e umiliata da quanti passandole vicino le rivolgono uno sguardo di disprezzo.
Per Annette e migliaia di altre come lei non rimane altro che aggrapparsi alla fede e alla speranza e affrontare ogni giorno con coraggio per amore dei figli e della vita stessa, accettando la sua condizione senza tanti patemi isterici.
Per Annette la Pasqua non è altro che un giorno da passare, eppure il vero valore della sua vita e racchiuso nella Pasqua stessa, nella convinzione che la sofferenza e forse necessaria è parte essenziale per poter nuotare in questo ‘fiume’ che è la vita. Accettare di soffrire non è un atto di codardia fatalista ma una realistica visione della vita e un atto di coraggio. Annette non rimarrà sicuramente negli annali della storia, così come le migliaia di Annette nel mondo ma il suo esempio è importante, aiuta a sopportare ed accettare con coraggio le nostre pene e sofferenze che non sono nulla al suo confronto.

Buona Pasqua Annette........Buona Pasqua cari amici.
Maurizio

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