1 dicembre 2009

Nel mondo ogni tre secondi muore un bambino



"Nel mondo ogni tre secondi muore un bambino, di cui il 90% per cause facilmente prevenibili"
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Lo afferma il rapporto "La nuova sfida: dire basta alla mortalità infantile" presentato ieri da Save the Children.


"Ogni tre secondi nel mondo un bambino con meno di 5 anni perde la vita, per un totale di oltre 24mila bambini al giorno, quasi 9 milioni in un anno. In particolare quasi 4 milioni non superano il periodo neonatale (primi 28 giorni di vita), di cui 2 milioni muoiono entro 24 ore dalla nascita e un altro milione entro la prima settimana. La maggior parte di loro muore per cause facilmente prevenibili, quali complicazioni neonatali (37%), polmonite (19%), diarrea (17%), malaria (8%), morbillo (4%)" - segnala il rapporto.



Secondo Save the Children, in base agli attuali trend di miglioramento annuo, il quarto Obiettivo di Sviluppo del Millennio che si propone di ridurre dei due terzi la mortalità infantile, sarà raggiunto nel 2045 anziché nel 2015. E questo significa che ancora milioni di bambini moriranno, perché non si sono messe in atto soluzioni semplici e a basso costo che, però, possono costituire la differenza tra la vita e la morte. Tra di esse l’assistenza di personale specializzato durante il parto, immediate cure post-natali, trattamenti preventivi e terapeutici per polmonite, diarrea e malaria, supporto per la nutrizione, allattamento al seno, nutrizione complementare, risorse economiche e più ampi programmi di protezione sociale.

Diversi paesi hanno però dimostrato che un cambiamento è possibile. Bangladesh, Brasile, Egitto, Indonesia, Cina, Messico, Nepal e Filippine sono sulla strada giusta per raggiungere lo specifico Obiettivo del Millennio.
E alcuni di questi vi sono riusciti malgrado problemi di governance debole o corruzione e in un contesto di profonda indigenza. Ma per credere nel cambiamento, si possono anche prendere in considerazione i paesi più sviluppati: nel 1900, il tasso di mortalità infantile nel Regno Unito era di 140 bambini morti su 1.000 nati vivi, mentre gli USA era di 100 su 1.000, tassi peggiori di quello che si registra attualmente in Liberia (93 su 1000).
Save the Children intende far pressione sui governi affinché aumentino i fondi destinati ad interventi a favore della salute materno-infantile. Si stima, infatti, che basterebbe un investimento aggiuntivo dai 36 ai 45 miliardi di dollari all’anno, oltre alla cifra di 31 miliardi del 2008, per ridurre la mortalità infantile e materna, cifra che corrisponde a meno della metà di quanto si spende annualmente in acqua imbottigliata. Per contro, l’impatto globale dei decessi neonatali e materni è stimato in 15 miliardi di dollari l’anno, in termini di produttività persa.
Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, gli stanziamenti del PIL per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) posizionano il Governo Italiano agli ultimi posti tra i Paesi dell’area OCSE. Di fatto per il 2009 il nostro Paese è ultimo nella lista" - ha affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. "A fronte di una situazione estremamente drammatica, che necessita di ulteriori investimenti, soprattutto in vista del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, Save the Children chiede al Governo italiano un sostanziale aumento nello stanziamento dell’APS, al fine di raggiungere lo 0,3% per arrivare gradualmente allo 0,7 % del PIL, nel rispetto degli impegni internazionali presi dall’Italia. In particolare, i prossimi 5 anni saranno fondamentali per sviluppare azioni bilaterali, volte ad assicurare quel pacchetto di interventi semplici, poco costosi e già ben individuati, che sono in grado di salvare la vita di centinaia di migliaia di bambini e mamme, nei Paesi a più alto tasso di mortalità”.