9 novembre 2008

Haiti: oltre 80 morti nel crollo di una scuola




Sono più di una ottantina i morti, molti bambini, rimasti vittime del crollo della scuola "La Promesse" avvenuto a Petion-ville, nella periferia orientale della capitale haitiana Port-au-Prince.
A renderlo noto sono state fonti ospedaliere, precisando che i feriti sono 124, dei quali 20 in gravi condizioni.
Come spesso è capitato quest'anno dopo gli uragani che hanno flagellato il Paese, Haiti piange nuovamente i suoi morti, questa volta quasi tutti bambini ed adolescenti sorpresi in classe dal crollo di una precaria scuola evangelica a Nerettes, povero quartiere della baraccopoli di Petion Ville, a qualche chilometro da Port-au-Prince. Questa nuova tragedia però non è attribuibile all'accanimento della natura, perché a gettare nella disperazione centinaia di famiglie è stata la mano dell'uomo, e la realizzazione di un progetto edilizio che non contava sulle necessarie autorizzazioni che ha trasformato la scuola evangelica "La Promesse" in una trappola mortale per oltre 500 alunni fra i 3 ed i 20 anni e per i loro insegnanti.

E' impossibile tracciare un bilancio definitivo della tragedia, anche perché i soccorsi procedono molto lentamente, e nessuno è in grado di dire con certezza quanta gente si trovava nell'edificio venerdì, a fine mattinata, quando l'ultimo piano in costruzione ha ceduto, facendo afflosciare tutta la costruzione come fosse un castello di carte. Per il momento si ipotizzano una ottantina di morti ed un centinaio di feriti, ma i media locali sostengono che sotto le macerie potrebbero esserci 100 o forse 200 persone. Per questa ed altre ragioni, centinaia di haitiani hanno preso d'assedio quello che resta della scuola, aggrappati ad un filo di speranza di poter vedere estrarre dalle rovine un figlio o un nipote. Ma nello stesso tempo creando gravi difficoltà logistiche a quanti sono impegnati nelle operazioni di soccorso. Come si era visto al momento del passaggio nel 2004 dell'uragano Jeanne, o quest'anno con Gustav e Fay, Haiti è praticamente uno Stato che non esiste di fronte alle emergenze, senza mezzi, senza materiali, senza capacità operativa di una Protezione civile degna di questo nome.


Il
presidente della Repubblica, Renè Preval, ha fatto quello che ha potuto, portando mezzo governo nella zona del crollo ed incoraggiando personalmente le famiglie addolorate. Ed ancora lui ha fornito le ultime notizie ai giornalisti, tenuti a distanza dal ribattezzato "ground zero" haitiano. Preval ha fra l'altro reso noto oggi che i soccorritori erano arrivati fino ad un'aula dove hanno trovato i cadaveri di un insegnante e di 20 allievi. "La precarietà non è solo di questa scuola - ha sottolineato mestamente - perché la maggior parte degli edifici di Haiti sono fatiscenti, compresi ospedali e chiese. Qui c'è tutto da fare e noi non abbiamo niente".
Per far fronte a questa nuova emergenza, centinaia di persone di Protezione civile, Croce Rossa, forze Onu di stanza ad Haiti e di Ong straniere, si sono messe al lavoro in una drammatica corsa contro il tempo per cercare di strappare alla morte il maggior numero di persone possibile. Privi di mezzi meccanici adeguati, i soccorritori hanno utilizzato quello che hanno trovato, ed hanno rimosso le macerie praticamente con le mani, cercando di far penetrare da ogni apertura, in profondità, acqua e cibo per i possibili superstiti. Fonti governative hanno spiegato che le operazioni di salvataggio, a cui nelle ultime ore si sono aggiunti specialisti statunitensi e francesi, continueranno nei prossimi giorni, fino ad esaurire la possibilità ragionevole della presenza di persone ancora in vita.