14 febbraio 2008

Emergenza alluvioni in Mozambico




Le piogge incessanti che da un mese si abbattono sull'Africa australe stanno causando gravi danni soprattutto in Mozambico: inondazioni, straripamento dei fiumi, allagamento dei campi. E le previsioni non sono buone: in febbraio le precipitazioni aumenteranno.


Ogni sette anni, con drammatica regolarità, l’Africa australe è colpita a cicli alterni da alluvioni o siccità. Il 2008, sette anni dopo le disastrose inondazioni che hanno colpito l’area nel 2000 e 2001, è uno di questi anni, e nell’area è scattata l’emergenza alluvioni: dal dicembre scorso le piogge continuano a cadere insistenti.



Il Mozambico è uno dei paesi più esposti al rischio di alluvioni, perché nel suo territorio scorrono le parti terminali di numerosi corsi d’acqua che provengono dai vicini Malawi, Zambia e Zimbabwe, che quindi si ingrossano per le piogge nel passaggio attraverso questi territori. Già da settembre, la SARCOF (Southern African Regional Climate Outlook Forum), un istituto regionale di analisi e previsione del tempo, aveva previsto che la stagione delle piogge dell’estate 2007/2008 sarebbe stata particolarmente intensa, esponendo vaste zone del paese al rischio di inondazioni. Le incessanti piogge delle ultime settimane, nei paesi confinanti e in Mozambico hanno notevolmente ingrossato i fiumi Save, Búzi, Púnguè e lo stesso Zambezi, che attraversano le province meridionali e centrali del paese, inondando una ventina di distretti nelle province di Manica, Tete, Sofala e Zambézia.



La situazione dello Zambezi è particolarmente preoccupante, considerato che i principali affluenti al fiume sono in piena e che la diga di Cahora Bassa non può diminuire la velocità di emissione dell’acqua, dato che le autorità si aspettano un aumento della portata in coincidenza con il picco della stagione delle piogge, previsto per febbraio. Il fiume è esondato in più punti, sommergendo abitazioni e campi e costringendo migliaia di persone a fuggire dalle zone inondate. Alcuni anziani paragonano la situazione dello Zambesi alle inondazioni del 1978, le peggiori che si ricordino lungo questo fiume.

L’INGC (Istituto Nazionale di Gestione delle Calamità, l’ente del Governo del Mozambico che gestisce le emergenze nel paese) sta trasferendo migliaia di persone dalle zone inondate o a rischio di inondazione verso aree non esposte a questo pericolo. La risposta del Governo all’emergenza è giudicata fino ad oggi adeguata dagli osservatori e beneficia della collaborazione con le agenzie delle Nazioni Unite più esposte nella gestione delle emergenze. Ad oggi, quasi 60mila persone sono state trasferite, ma si registrano alcuni casi di persone allontanate dall’area di emergenza che stanno tornando alle proprie case, per paura di lasciare i propri beni e le attività agricole.




Il 17 gennaio 2008, secondo le autorità, si è registrato il primo morto annegato nelle acque dello Zambesi, mentre svariati sono stati i casi di persone attaccate dai coccodrilli, che scorrazzano nelle zone sommerse e con il favore dell’acqua si avvicinano agli abitati.

La preoccupazione, però, cresce. Il momento di maggiore intensità delle piogge è previsto per febbraio, e si teme che i fiumi interessanti ad oggi delle piene, così altri fiumi, tra cui il Limpopo (che nelle alluvioni del 2000 causò gran parte dei danni), possano superare i livelli dell’inondazione del 2000, che all’epoca avevano interessato circa 2 milioni di persone (su una popolazione allora intorno ai 18 milioni) e causato la morte di circa 800 persone.

Fonte: Nigrizia

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